Amal Clooney parla dell’accusa all’Isis di genocidio: “Mio marito è preoccupato per me, ma questo è il mio lavoro”

12/05/2016 69 Festival di Cannes. Red carpet del film Money Monster. Nella foto George Clooney con la moglie Amal Alamuddin

Non ci ha pensato neanche un minuto prima di accettare di rappresentare davanti al Tribunale Internazionale dell’Aia Nadia Mural, la ragazza irachena di religione yazida che è stata rapita e torturata dall’Isis nell’agosto del 2014. Amal Alamuddin, la consorte dell’attore George Clooney, ha infatti anteposto l’amore per i diritti umani alla sicurezza personale. E ora è pronta a denunciare in pubblico le sue paure.

“Porto avanti la battaglia di Nadia e dei rifugiati yazidi ormai da qualche mese, ma le ultime minacce sono arrivate solo qualche giorno fa” ha spiegato l’avvocatessa Amal Alamuddin ai microfoni della NBC. Poi continua: “Dentro di me ho sentito subito la voglia di accettare l’incarico, per Nadia. Ne ho parlato a casa, con George. Entrambi siamo consapevoli dei rischi del mandato”.

Amal, del resto, nella sua carriera professionale si è trovata molte volte a fronteggiare delle battaglie in difesa dei diritti umani (tra i suoi clienti c’è anche Julian Assange), ma questa volta la posta in gioco – e i rischi connessi – sembra essersi alzata di molto. “George è preoccupato per me, ma è mosso dai miei stessi sentimenti verso questa causa” ha chiarito successivamente Mrs Clooney. “È stato comprensivo. Del resto, questo è il mio lavoro”.

Anche l’attore di Hollywood, tra l’altro, ha fatto molto parlare di sé nel corso degli anni per il suo impegno a sostegno dei diritti umani, contro la fame nel mondo, contro la discriminazione e i genocidi. Ed è proprio di questo che Amal si occupa per lavoro, tanto che sta partecipando al vertice Onu per sensibilizzare al dramma dei rifugiati tutti e di Nadia in particolare, a suo dire troppo sottovalutato.

“Nadia è stata abusata più volte dai miliziani dell’Isis, che hanno anche spento delle sigarette sul suo corpo. Questa ragazza ha subito le più feroci torture che un essere umano possa sopportare” ha dichiarato ancora l’avvocatessa nel corso dell’intervista alla NBC, che ha denunciato l’Isis all’Aja con l’accusa di genocidio e ha visito il campo profughi yazida in Grecia.

Un attivismo, quello di Amal, che ha l’obiettivo di dare voce a chi non ce l’ha, di rappresentare una speranza per milioni di persone costrette ogni giorno a lasciare la propria terra a causa della guerra, del terrorismo e della fame. Ma dietro a questo sorprendente coraggio c’è spazio anche per un po’ di paura: la consapevolezza di essere in pericolo, tuttavia, non fermerà di certo Amal Clooney.