“Negozi saccheggiati e nessuna assistenza, la nostra notte da incubo all’aeroporto di Istanbul”

Due testimoni bloccati allo scalo Ataturk: «Niente informazioni sulla ripresa dei voli dopo aver dormito sul pavimento. Qui è il caos totale»

Houwaida Jaback e Mehdi Chkeir, medici libanesi che vivono e lavorano a Torino, bloccati da ieri all’aeroporto Ataturk di Istanbul, in transito verso Beirut, raccontano l’incerta situazione nella quale si trovano centinaia e centinaia di passeggeri. «Siamo bloccati nell’aeroporto e non ci danno nessuna informazione. Dormiamo sul pavimento. Il personale della Turkish Airlines non si fa vivo. Siamo stanchissimi, abbiamo i nervi a pezzi», ha scritto via WhatsApp la dottoressa Jaback, medico di base a Grugliasco, mentre il marito lavora all’ospedale San Giovanni Bosco.

La coppia, in viaggio con la figlia Sara e il genero, testimonia una situazione difficilissima, con l’aeroporto praticamente abbandonato. «I commercianti e il personale ieri sera sono scappati da negozi e locali, la gente entrava e si prendeva quello che voleva. Stamane non ci sono notizie sulle prospettive di ripresa dei voli. C’e’ una situazione di totale confusione».

I testimoni raccontano che ieri sera, «al momento della sparatoria, la gente si è messa a correre, alcuni si sono fatti male , ma nell’aeroporto non è stato prestato nessun servizio di assistenza. Anche la sicurezza era completamente sparita: nelle diverse aree dell’aeroporto aveva accesso chiunque, senza alcun tipo di controllo».