Il Libano ha sofferto, e continua a farlo, per colpa di una crisi che dura da più di un quarto di secolo. Le cause sono lo squilibrio nell’applicazione del patto nazionale, della Costituzione e del documento dell’accordo nazionale, superando quello di Taif, tutto questo ha portato a un indicativo squilibrio nella partecipazione e nell’equilibrio di giudizio tra gli elementi del popolo libanese.
Quest’anomalia è cresciuta nell’era della tutela siriana, dopo l’allontanante degli effettivi leader cristiani in carcere e la deportazione, e poi la violazione dei loro diritti, previsti dall’Accordo di Taif. Questa violazione è apparsa evidente e chiara nella legge elettorale inadeguata al nostro sistema confessionale; la legge maggioritaria basata su delle liste con diversi nomi e disuguale numericamente tra loro sono i peggiori tipi di sistemi elettorali, perché manca l’equità tra gli elettori, certi votano per due candidati, mentre altri votano per otto candidati o dieci, e in entrambi i casi, basta una differenza di un voto per far vincere un’intera lista, e far cadere la lista concorrente.
Tutte le leggi elettorali emesse dalla Camera dei deputati, quelle cattive e quelle meno, portavano degli errori strutturali, oltre alla divisione delle circoscrizioni senza rispettare la natura della distribuzione della popolazione.
Tutti questi difetti ed errori hanno portato a privare i cristiani del loro diritto per un’adeguata rappresentanza, e ha formato delle maggioranze parlamentari che rappresentano minoranze popolari, contro di quelli parlamentari che rappresentano maggioranze popolari. Questa disparità causata dalle leggi precedenti e di quella attuale, ha rovinato il lavoro in entrambe le camere dei deputati e dei ministri perché tutte due non riflettano la vera rappresentanza dei parti del popolo libanese, come stabilito nell’accordo di Taif, in termini di parità e delle specificazioni della legge elettorale.
Il popolo nella nostra Costituzione è la fonte dell’autorità, esercitata attraverso le istituzioni costituzionali, e ogni squilibrio nella sua rappresentanza si rifletta come mancanze nella legislazione e nell’esercizio del potere esecutivo e nel rispetto delle regole di convivenza e la validità rappresentativa dei diversi segmenti del popolo libanese e l’efficacia di questa rappresentanza.
Per queste ragioni abbiamo proposto la legge del raduno ortodosso relativa a tutta la parte settaria nella quale è stata già nominata, e a traverso la quale è assicurata una rappresentanza vera e in maniera completa a tutti i membri con la loro maggioranza e la loro minoranza. L’adozione di questa legge raggiunge la giustizia assoluta per tutti i cittadini, sia all’interno dei loro riti che tra di loro.
Resta solo da inventare i pretesti per il rifiuto; la giustizia nella legge elettorale rinforza l’unità nazionale attraverso il consolidamento della convivenza e la fiducia tra i membri della società diversa nella sua unità. E sono sicuro che la gente poi si solidificherà nella propria terra, e non si abbandoneranno l’un l’altro, ma ripeteranno insieme il detto: «Beato chi ha un dormitorio nel Monte Libano per una capra».
Alcuni funzionari sostengono che la legge del raduno ortodosso si oppone con il patto a causa dell’opposizione da parte di alcuni deputati musulmani, e al contrario, questa legge ripristina il patto per la legge elettorale e corregge l’ingiustizia nei confronti dei cristiani.
Aggiungo a ciò, le dispute politiche, e invece di essere tra le comunità, come avviene oggi, si trasferisce all’interno di ogni rito, e proibisce l’allineamento settario a ogni scadenza.
Tra i vantaggi della legge del raduno ortodosso, unificando la circoscrizione, egli promuove l’unità della terra perché il cittadino sente che sceglie i suoi rappresentanti sullo spazio della nazione.
Quando questa legge sarà eseguita, che produce una rappresentanza vera per i vari parti del popolo libanesi, si può allora ri-esaminare la questione della soppressione del settarismo politico ai sensi dell’articolo 95 della Costituzione libanese.
Lo squilibrio nella politica di oggi è il risultato della mancanza di rispetto per gli impegni e le alleanze, presi per garantire l’attuazione dell’accordo di Taif, I governi garanti avevano inviato una lettera il 10 luglio 2014, auspicando un lavoro per correggere il difetto causato dalla mancata esecuzione del suo contenuto nella maggior parte dei suoi articoli.
Con la continuazione di questo difetto, e non prendere alcuna azione per correggerlo, qualsiasi libanese ha ora il diritto di chiedere di riconsiderare il contenuto dei rapporti interni tra i membri della società libanese, perché se la situazione continua così com’è ora, distruggerà tutti gli elementi della nazione.