Tayyar Italia ha organizzato il 9 giugno un incontro sul tema “Attuale situazione delle minoranze Cristiane in Medio Oriente”, erano presenti numerosi esponenti del mondo religioso, diplomatico, giornalistico e della società civile.
All’inizio dell’evento è stato trasmesso un filmato che esprimeva l’attuale dramma dei Cristiani in quell’aria martoriata.
Il dibattito si é focalizzato sull’incessante diaspora dei cristiani e sulla necessità di resistere nella propria terra di origine, sottolineando il loro fondamentale ruolo di raccordo tra le diverse culture.
Discorso del presidente di Tayyar Italia dott. Andre Chakargi
Un saluto a tutti rappresentanti religiosi, diplomatici, della stampa, amici del Libano e tutti i presenti.
Il nostro incontro giunge dopo una serie di riflessioni tra noi del Movimento Patriotico Libero (Tayyar) sulla tragedia dei Popoli del Medio Oriente e delle varie etnie e religioni.
Abbiamo scelto il tema delle minoranze cristiane in quell’area martoriata del mondo, non per sottovalutare la drammatica situazione delle altre religioni, che sono bersagliate ugualmente dall’ondata di cieco fanatismo,
ma per seguire un percorso di diaspora dei cristiani di Oriente che ha avuto inizio un secolo fa con l’olocausto degli armeni e che oggi attraversa drammaticamente il nostro tempo. In Iraq ad esempio il popolo Caldeo,
disperso e costretto a fuggire dalla propria terra di origine, è arrivato a contare 200.000 anime mentre solo quindici anni prima si componeva di un milione di persone.
Noi vogliamo contribuire nel nostro piccolo a modificare la meta di questo percorso “dirottandolo”.
E pur vero che i cristiani, sono stretti nella morsa, ed il loro esodo incessante sembra diventare ogni giorno di più una drammatica necessità.
Papa Francesco, vicino a tutti gli uomini sofferenti crede, come molti di noi, che non sia così, e che la pacifica convivenza nelle nostre belle e dolenti terre, sia
possibile. Certo però essa non può disgiungersi dal rispetto reciproco e quindi dal principio della pluralità religiosa; ma non è una questione etnica o religiosa in
sé, è una questione prettamente “umana”, perchè prima di ogni cosa l’uomo è tale sempre ed ovunque e la sua grandezza è nel riconoscere nell’altro da sé un suo simile, che ama, soffre, sogna e lotta per una vita
migliore.
Il Santo Padre richiama costantemente quanti hanno la responsabilità politica a spendere ogni energia per riportare la pace attraverso il dialogo in Medio Oriente.
I Cristiani in Oriente sono una grande risorsa, perché sono libanesi, iracheni, siriani.
Noi siamo un ponte che può unire le due sponde del Mediterraneo e per questo non dobbiamo rinunciare alla nostra patria, pur guardando all’Occidente come un importante interlocutore le cui scelte e convinzioni
gravano come un macigno su tutte le nostre vite.
Su questo tema oggi ci confrontiamo ascoltando il parere autorevole di esponenti del mondo mediatico nonché di religiosi che condividono le difficoltà quotidiane delle loro comunità.
Grazie per la vostra presenza
Andre Chakargi