Rifugiati siriani a lasciare il Libano e tornare in aree sicure in Siria

Uno dei centri per sfollati siriani in Libano

Puoi prenderti un minuto per aiutare firmando questa petizione?

https://chng.it/mVstkhZs

Il Libano ha una popolazione di 4,5 milioni di libanesi, 2 milioni di rifugiati siriani e mezzo milione di rifugiati palestinesi.

È un piccolo paese che, a causa di una guerra durata 15 anni e dell’enorme debito accumulato dopo la ricostruzione, soffriva economicamente già prima della guerra siriana del marzo 2011 e dei postumi del conflitto siriano, compreso l’afflusso di rifugiati siriani che è aumentato internamente. tensione e ha rallentato la crescita economica al range dell’1-2% nel 2011-15, e meno di quella del 2016, dopo quattro anni di crescita media dell’8%. I rifugiati siriani hanno spinto sempre più libanesi alla disoccupazione.

Tuttavia, rimaniamo fino ad oggi il più grande ospite (su base pro capite) di sfollati siriani.

I libanesi sono noti per la loro ospitalità, tuttavia in questo caso annunciamo tristemente che non è nelle nostre capacità avere rifugiati in Libano, come possiamo invitare un caro ospite a casa nostra quando non abbiamo nemmeno abbastanza per sfamare la nostra bambini? ?!

Oltre alla sfida economica, stiamo vivendo sfide demografiche e sociali che, temiamo, potrebbero portare a gravi controversie tra le due parti.

Sulla base dei fatti del Paese, rispetto alla Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati e al suo Protocollo del 1967, il Libano non è uno Stato Parte né ne ha firmato il protocollo.

Chiediamo a voi, comunità internazionale, nostra grande famiglia, aiutateci a sopravvivere sulla nostra terra, abbiamo bisogno del vostro aiuto per trasferire i siriani sfollati che abbiamo in Libano in aree sicure in Siria designate e concordate da voi stessi. Noi, come popolo libanese, siamo pronti a lavorare fianco a fianco con il governo libanese e le organizzazioni internazionali in Libano, che dispongono dei dati relativi ai rifugiati siriani, per trasferirli in modo organizzato e civile. Speriamo per il meglio, Dio benedica tutti i paesi e continueremo a pregare per la pace nel mondo