“Porterò con me l’impegno dell’Unicef per i bambini”
Di madre genovese e padre libanese ha iniziato da bambino a scalare i monti e oggi ambisce a rappresentare il mondo arabo nell’ascesa alle 14 vette più alte del mondo sopra gli ottomila metri, portando la parola e l’impegno del Unicef. Si chiama Zias e lo abbiamo incontrato al Cai di Genova.
GENOVA – Si chiama Zias, mamma genovese e papà libanese. Ed è proprio dalla famiglia materna che ha ereditato l’amore per la montagna e che lo spinge sempre ad una sfida con sè stesso, come ha raccontato in un’intervista a Primocanale.
Fin dall’età di nove anni insieme al nonno materno comincia ad andare in montagna e compie le prime scalate, successivamente trascorre ogni estate periodi di due mesi in colonia nell’alta Savoia. Qui la sua passione per la montagna si fa sempre più forte a tal punto che l’alpinismo diventa il suo lavoro.
Da qui nasce il desiderio di provare a scalare le quattordici vette più alte del mondo, portando con sè l’impegno per i bambini e per l’Unicef di cui è un forte sostenitore. La prima impresa sarà il Cho Oyu ( 8.201 metri) che si trova nella catena dell’Himalaya, uno dei più facili del suo elenco, e nella medesima spedizione tenterà anche di scalare il Gasherbrum I (8.068 metri) e il Gasherbrum II ( 8035 metri). Non mancheranno le due montagne più affascinanti dell’Himalaya, ma anche le più difficili da scalare, cioè l’Everest con i suoi 8848 metri e il K2 (8609 metri).