Papa Francesco assegna all’Ambasciatore del Libano presso la Santa Sede Farid Elias Al-Khazen la medaglia dell’Ordine della Fondazione Pio IV.

di Talal Khrais– Traduzione odiaspora.org

Papa Francesco ha conferito all’Ambasciatore del Libano presso la Santa Sede Farid Elias Al-Khazen la medaglia dell’Ordine della Fondazione PioIV.

Ambasciatore Farid Elias Al-Khazen

“ Questa medaglia dell’ Ordine di Papa Pio IX), istituita al tempo di papa Pio IV nel 1560 e ripresa da papa Pio IX nel 1847, è motivo di orgoglio”, ha detto al-Khazen in un’intervista all’Agenzia nazionale dell’informazione.

Egli ha detto: “Sono grato a Sua Santità Papa Francesco per questa generosa attenzione. È un grande onore avere questa onoreficenza, che mi pone una responsabilità letteraria che va di pari passo con i miei compiti.    

Per quanto riguarda la visita a Roma del presidente designato Saad Hariri, ha dichiarato: “La Santa Sede ha trattato la recente visita del presidente incaricato Saad Hariri in conformità con i principi del protocollo, come capo del governo incaricato. La visita non è stata annunciata dai media Vaticani. La preparazione della visita è stata coordinata anche con la Pontificia Ambasciata in Libano, all’epoca richiesta dal Presidente Hariri, e non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale dopo la sua conclusione. Ciò non sminuisce l’importanza della visita, ma riflette l’impegno delle tradizioni adottate in Vaticano. L’incontro del Presidente Hariri con Sua Santità il Papa ha affrontato le questioni di principio e la costante acume del Papa per contribuire a sollevare il Libano dalle sue crisi. Le posizioni del Pontefice al riguardo sono ben note e sono state annunciate in diverse occasioni. L’incontro di lavoro tra il Presidente Hariri e la delegazione che lo accompagna, da un lato, il Cardinale Parolin,Segretario di Stato, e monsignor Kalagher (Ministro degli Esteri), dall’altro, ha   affrontato le questioni relative alle relazioni bilaterali tra il Libano e la Santa Sede nella sua dimensione interna ed esterna.

Al-Khazen ha aggiunto: “Tuttavia, lontano dai contenuti delle posizioni associate alle realtà politiche in Libano, il Vaticano, come è noto, chiede la formazione di un governo e l’adozione di riforme, e sostiene qualsiasi iniziativa in questa direzione come punto di ingresso per affrontare il peggioramento delle crisi. I funzionari vaticani conoscono ciò che sta accadendo in Libano e nell’ambiente regionale, e stanno seguendo i cambiamenti nelle politiche internazionali e regionali e sono presenti attraverso un’efficace diplomazia, fuori dai riflettori.    

“D’altra parte, il discorso del presidente Hariri alla delegazione mediatica libanese che l’accompagnava è stato un imbarazzo per la Santa Sede, date le posizioni taglienti che sono state lanciate dalla piattaforma Vaticana e che non li riguarda. L’annuncio della lettera del Pontefice indirizzata al presidente Michel Aoun è arrivato pochi giorni dopo la visita di Hariri, mettendo le cose in chiaro, soprattutto perché la visita del Papa in Libano era imprecisa. Lo ha confermato il portavoce vaticano Matteo  Bruni in un comunicato al Vatican News.”

  La visita di alcuni ministri degli Esteri arabi in Vaticano, tra cui il ministro degli Esteri iracheno Fouad Hassan e il ministro degli Esteri palestinese Riad al-Maliki, ha qualcosa a che fare con le trasformazioni internazionali?  “La nuova politica degli Stati Uniti, più flessibile, equilibrata e diffida della politica di Trump, ha avuto implicazioni per il conflitto arabo-israeliano. L’approccio americano è diverso oggi e non adotta la politica di Trump nei confronti dei territori palestinesi occupati o la politica di estremismo di Netanyahu, anche se Washington rimane sul suo solito sostegno a Israele. I due ministri hanno incontrato alti funzionari in Vaticano e in Italia in quanto Il dossier nucleare è in prima linea, ma il raggiungimento di quanto possibile in questo dossier richiede di raffreddare la crisi tra i paesi della regione. Il Vaticano fu tra i primi, durante la guerra fredda, a chiedere la limitazione delle armi nucleari per principio ed il primo fu il Papa Pio XI fin dagli anni cinquanta del secolo scorso.”

fonte NNA-LEB