La fuga o la morte, attraverso la tortura e la sepoltura in fosse comuni. È quello che tocca agli Yazidi da circa tre anni a questa parte. Vittima della persecuzione dei militanti dello Stato Islamico, la minoranza che abita tra Iraq, Siria, Turchia e i territori occupati dai curdi soffre la messa in atto di un genocidio annunciato apertamente dai soldati del Califfato Nero di Raqqa.
Ma a difesa delle donne yazide rapite, stuprate e torturate dagli jihadisti scende in campo Amal Alamuddin, più famosa come Amal Clooney. Dopo aver difeso Julian Assange e Yulia Timoshenko, dopo aver lavorato al fianco di Kofi Annan sulla questione siriana e sul riconoscimento del genocidio armeno, l’avvocatessa di origini libanesi continua la sua battaglia in difesa dei diritti umani. Un impegno così costante e attivo da mettere a tratti in ombra la sua relazione con l’attore hollywoodiano. Addirittura, quando nel settembre del 2014 i due convogliarono a nozze, l’Huffington Post titolò “L’avvocato di fama internazionale Amal Amuddin sposa un attore”, eclissando in tutto l’articolo il protagonista di E.R., Ocean’s Eleven e Syriana. Una provocazione allo star system ma anche un attestato di stima per una personalità di caratura internazionale, considerata tra le donne più influenti al mondo.
Così ha chiesto alla Corte Penale internazionale di aprire un’inchiesta per crimini contro l’umanità ai danni degli yazidi. Dall’evento Women in the World organizzato dal New York Times Amal, al fianco della candidata al premio Nobel Nadia Murad Basee Taha, ha accusato le violenze: «Sono stati commessi stupri sistematici e ancora ne vengono commessi. Sono onorata di rappresentare Nadia e la comunità degli Yazidi nella loro battaglia per avere giustizia».
La loro religione è considerata “il museo dei culti orientali” in quanto i suoi 4000 anni la rendono una delle più antiche del mondo. Gli Yazidi sono una popolazione pacifica e tollerante, adorano il sole, credono nella trasmigrazione della anime e praticano la circoncisione come gli ebrei. Il “messia” del loro culto è Adi Ibn Musafir, la divinità principale è Melek Taus, un angelo dalle sembianze di un pavone, padrone del mondo e origine del bene e del male. Una figura che secondo gli studiosi deriva dall’etnia curda, mentre per i fondamentalisti del’Is rappresenta il diavolo. Secondo il Daily Mail, dal 2014, le donne yazide vittime della persecuzione sarebbero circa tremila. Solo ieri diciannove ragazze sono state chiuse in gabbia e arse vive nella pubblica piazza a Mosul per non essersi concesse come schiave del sesso ai miliziani