Giornata fitta di incontri di primo piano, nel secondo giorno della visita ufficiale del presidente della Repubblica del Libano, Michel Aoun, in Vaticano con papa Francesco, il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Carolin, e il segretario per i Rapporti tra gli Stati in Vaticano, monsignor Paul Richard Gallagher. Il presidente Aoun, è accompagnato dal ministro degli Affari esteri, Abdullah Bou Habib, e l’ambasciatore libanese presso la Santa Sede, Farid Elias Al-Khazen. Domani, nuovo incontro al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella, per discutere delle relazioni tra Libano e Italia.
Il Presidente Aoun è stato ricevuto dal Capo delle Cerimonie presso la Santa Sede, da monsignor Joseph Murphy, ambasciatore pontificio, nonché dall’Ambasciatore del Libano in Vaticano, Farid Elias El-Khazen, e dall’Ambasciatore del Libano in Italia, Mira Daher.
Il presidente libanese ha rilasciato la seguente dichiarazione: “E’ emozionante essere di nuovo a Roma. Il mio secondo incontro con il Santo Padre sottolinea lo stretto rapporto che lega il Libano con tutte le sue confessioni religiose, con il pontefice. Il Libano sta attraversando un grave periodo di difficoltà economiche e sociali esplose a seguito di accumuli risalenti ad anni di errata gestione degli affari pubblici, esacerbati con la diffusione della pandemia e la disastrosa esplosione avvenuta nel porto di Beirut provocando un grave disastro umanitario e ingenti danni a persone e cose. La Santa Sede ha un posto speciale nel cuore di ogni libanese, poiché i suoi funzionari sono sempre stati al fianco del Libano, nelle varie difficili circostanze che ha attraversato, nel corso della sua storia. I libanesi di diverse confessioni religiose sono sempre stati rassicurati dal dalla Santa Sede. Papa Francesco ha già inviato in Libano, a seguito dell’esplosione di Beirut, il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin e il segretario per i Rapporti con i Paesi, monsignor Paul-Richard Gallagher. Oltre a dedicare una giornata di preghiera per il Libano”.
Il presidente Aoun ha inoltre affermato di portare a Sua Santità Papa Francesco un messaggio d’amore a nome di tutti i libanesi, rinnovando l’invito ufficiale che gli aveva precedentemente rivolto, a visitare il Libano per ridare speranza al lancio di il processo di guarigione, in un momento in cui abbiamo bisogno delle sue preghiere e delle sue parole.
Il presidente Aoun ha poi proseguito: “Non vedo l’ora che questa visita sia un barlume di speranza per confermare che il Libano saprà avviare un nuovo corso, nonostante tutte le difficoltà. Il Libano è un modello di convivenza. Nessuno in Libano ha combattuto l’altro con l’obiettivo di cambiare la sua dottrina. Da qui consideriamo ancora oggi il Libano un centro di convergenza nel mondo fra Cristianesimo e Islam con tutte le loro derivazioni, nonché un luogo di incontro di diverse civiltà. La mia visita, in questa particolare circostanza, nella capitale del cattolicesimo non si inserisce solo nel contesto del rafforzamento delle relazioni con il Vaticano, poiché questa è una conclusione scontata in quanto è una delle costanti delle relazioni del Libano, ma consideriamo Sua Santità, come la più grande forza spirituale e morale del mondo, e colui che più ci aiuta, soprattutto in circostanze difficili, con la sua influenza, non ha mai mancato di considerare il Libano una priorità, nonostante la moltiplicazione dei suoi quadri di interessi in un mondo che soffre di molte crisi intrecciate, l’ultima delle quali è la guerra fra Russia e Ucraina, che getta un’ombra sulle relazioni internazionali nel loro insieme”. Dopo pl’incontro con il papa, il presidente Aoun si è trasferito nella sua residenza presso l’Hotel Parco dei Principi di Roma, dove ha avuto un incontro con l’ambasciatore Al-Khazen e con l’ambasciatrice Mira Daher per mettere a punto gli ultimi preparativi per i successivi incontri ufficiali.
fonte A Sadakah News