Prendere un camion frigorifero di quattro tonnellate e lungo 15 metri e trasformarlo in un’arma mortale lanciandolo a velocità folle tra la gente festante è un segnale di nichilismo estremo. Un corto circuito tra radicalismo religioso ed escalation della violenza individuale.
I terroristi di questa estate 2016 in terra francese vengono da lontano: si sono trasformati gradualmente prima in uomini-bomba, poi in auto-bomba in Libano, successivamente in aerei-bomba contro le Torri Gemelle di New York l’11 settembre e ora a Nizza in camion-bomba piegando la tecnica e la tecnologia occidentale alla loro follia omicida.
André Glucksmann, il filosofo francese di origini polacche, scomparso nel 2015, per primo ha ricordato nelle sue opere che il terrorismo jihadista stava sfidando il mondo occidentale, il mondo libero e democratico che era in crisi di identità. Più precisamente era la sfida del nichilismo alla civiltà occidentale. E citava che questo terrorismo nichilista che odia la vita era stato descritto per primo dal romanziere russo Dostoevskij nel suo romanzo I demoni.
Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il killer di Nizza, ha beffato i servizi di sicurezza della Promenade des Anglais fingendosi un fornitore di gelati. Poi il killer alla guida del camion ha fatto la strage come se fosse in una realtà virtuale, un video giochi demoniaco.
“Un corto circuito tra radicalismo religioso ed escalation della violenza individuale”
Il killer aveva precedenti per violenza ed era stato in libertà vigilata, ma nessun legame evidente con il terrorismo. Era sposato e aveva tre figli, da quando era iniziata la procedura per il divorzio appariva depresso e instabile, riferiscono i media francesi. Secondo i media tunisini il killer emigrato era figlio di un estremista islamico. Tracce labili di un passato forse di religiosità radicale mescolati a disagio sociale e a una integrazione fallita. Un cocktail esplosivo.
Al momento dell’attentato, avvenuto poco prima delle 23, 30.000 persone affollavano la turistica Promenade des Anglais di Nizza per la festa nazionale del 14 luglio, la festa della libertà, uguaglianza e fratellanza. Contro queste tre parole che incarnano i diritti umani dell’Occidente si è scagliato il folle killer che ha superato le misure di sicurezza, misure che non sono state manifestamente sufficienti per fermare l’attentatore che a bordo di un camion di 15 metri ha sfondato le barriere di sicurezza e ha imboccato la strada infierendo sulla folla inerme per due infiniti chilometri. Una strada lastricata di morte e nichilismo estremo.