Le notizie di potenziali attentati volti a colpire luoghi e strutture turistiche hanno suscitato il panico tra la popolazione. Secondo quanto riferisce il quotidiano libanese “The Daily Star”, la federazione che raccoglie i ristoratori ha invitato ha diffuso un comunicato per condannare il clima di panico scaturito da alcuni messaggi di imminenti attentati contro strutture turistiche, invitando la popolazione a considerare solo le istruzioni di sicurezza emesse dalle autorità competenti.
Nei giorni scorsi il Libano è stato nuovamente percorso da una ondata di tensione e timori di attentati terroristici e scontri settari, dopo che otto attentatori suicidi si sono fatti esplodere in varie zone della cittadina a maggioranza cristiana di al Qaa, nell’est paese, provocando cinque morti. Al Qaa è una cittadina di circa 12 mila abitanti situata a pochi chilometri a nord di Ras Ballbek. I due abitati sono gli unici a maggioranza cristiana nella regione sciita di Hermel, dove Hezbollah gode di un ampio sostegno.
Secondo i media locali le autorità regionali hanno invitato i rifugiati siriani residenti nella zona a non lasciare le loro abitazioni per ragioni di sicurezza. Infatti sarebbero centinaia di militanti dell’Is che in questi anni si sono infiltrati nel nord est del Libano, soprattutto nella città di Arsal, a maggioranza sunnita, dove anche i miliziani di al Qaeda hanno trovato rifugio. Dall’inizio della guerra in Siria il Libano è stato ripetutamente scosso da azioni compiute dai militanti islamici attivi oltre il confine. Il più grave attentato è avvenuto lo scorso 12 novembre 2015 a Beirut quando due attentatori suicidi si sono fatti esplodere in una strada affollata del quartiere di Burj al Barajneh, nota roccaforte di Hezbollah, uccidendo 45 persone e ferendone oltre 200. L’attacco è stato in seguito rivendicato dallo Stato islamico. (Res)