Migranti: Jolie attacca, non è l’Europa a soffrire di più

FILE - This is a Tuesday, March 15, 2016 file photo of U.S. actress Angelina Jolie, Special Envoy of the United Nations High Commissioner for Refugees, as she speaks during a press conference at a Syrian refugee camp, in the eastern city of Zahleh, Lebanon. Angelina Jolie said she is "very disheartened" by the U.S. response to the global migration crisis. Speaking at a migration event in London, the special envoy for the United Nations refugee agency said Monday May 16, 2016 that she fears countries will adopt increasingly isolationist policies instead of acting together to solve the challenge. (ANSA/AP Photo/Bilal Hussein, File)

Nel dramma globale della crisi dei migranti non sono né l’Europa, né l’Occidente a “compiere i sacrifici più grandi”. Parola di Angelina Jolie che, in un’intervista alla Bbc in qualità di inviata speciale dell’Unhcr, ha bacchettato quei paesi europei che sono ricorsi a muri e barriere. “C’è il rischio che si faccia una gara a chi è più tosto, a chi difende meglio i proprio confini, incurante del danno che si può provocare agli Stati vicini o delle responsabilità internazionali”, ha attaccato la signora Pitt che più volte si è recata in visita ai campi profughi ospitati dalla Giordania e dal Libano.”L’isolazionismo non è la risposta”, ha ammonito l’ex Lara Croft insistendo: “Se la casa del tuo vicino va a fuoco, non sei al sicuro semplicemente chiudendo le porte di casa tua. La forza risiede nel non avere paura”.

La Jolie ha partecipato alla giornata ‘World on the move’, organizzata dalla Bbc e dedicata all’emergenza migranti. Oltre 60 milioni di persone – ha ricordato la regista – sono sfollate, il numero più alto degli ultimi 70 anni. “E, in media, un profugo rischia di rimanere sfollato per 20 anni. Possiamo sorprenderci se poi quelle persone disperate, che non hanno alternative né la possibilità di tornare nei loro paesi, cerchino in tutti modi di arrivare in Europa a costo di morire?”, si chiede l’attrice-attivista concludendo: “L’Europa è soltanto una piccola parte del problema globale dei rifugiati”.