LETTERA INFO- La Giustizia in Libano ancora ostacolata

Observatoire Europèen pour l'intégrité du Liban

La morsa oppressiva da parte della classe politica sul sistema giudiziario libanese rende
praticamente impossibile combattere la corruzione attraverso tale sistema. Il Governatore della
Banca del Libano (BDL), Riad Salame è coinvolto in numerosi procedimenti penali in tutta Europa
(in particolare in Francia, Svizzera, Lussemburgo e Gran Bretagna), ma ciò nonostante la Procura
libanese non riesce a portare avanti le indagini a suo carico per le continue interferenze dei suoi
alleati politici.
Di recente Il Pubblico Ministero della Confederazione Elvetica (MPC) ha trasmesso alla Procura
libanese richiesta di collaborazione in merito ai sospetti di riciclaggio aggravato e appropriazioni
indebite commesse da Riad Salame e suo fratello Raja a danno della BDL.
La Giustizia svizzera, infatti, sta indagando in merito a commissioni per oltre 330 milioni di
dollari Usa sulla vendita di Eurobond libanesi raccolti tra il 2002 e il 2014 dalla società FORRY
Associates Ltd, domiciliata nelle Isole Vergini e di proprietà del fratello del Governatore della
BDL, Raja Salame (come rivelato da “SwissLeak”). Il contratto firmato da FORRY Associates Ltd
con la BDL prevedeva una commissione del 3/8 dell’1% sulla vendita di Eurobond, che
aritmeticamente corrisponde a 88 miliardi di dollari USA di Eurobond, cifra che coincide quasi con
il debito dello Stato libanese tra gli anni 2002 e 2014. La maggior parte di questo debito è stato
ceduto a banche libanesi, sotto la supervisione del Governatore del BDL. Una delle richieste della
Procura svizzera riguarda proprio la tracciabilità di un importo di 207 milioni di dollari statunitensi
trasferito a 5 istituti bancari libanesi.
L’11 gennaio il pubblico ministero Jean Tannous, incaricato dell’indagine relativa alla richiesta di
collaborazione con l’organo giudiziario svizzero, ha voluto attivare azioni investigative coordinate
su queste 5 banche libanesi. Appena arrivato sul posto, il PM Jean Tannous ha ricevuto una
telefonata dal Procuratore Generale della Repubblica, Ghassan Oueidat, che lo invitava ad
interrompere l’indagine ed a lasciare immediatamente i locali. Sembra inoltre, secondo la stampa
libanese e internazionale, che il Procuratore Generale sia intervenuto su richiesta del premier Najib
Mikati, lui stesso azionista di una delle banche coinvolte nell’indagine. Infine, il giudice Jean
Tannous si sarebbe voluto recare in Francia per incontrare i suoi omologhi francesi nel contesto di
questo stesso caso. Il viaggio è stato sospeso dal Procuratore Generale della Repubblica Ghassan
Oueidat.
La gran parte del popolo libanese sostiene tutte le iniziative coraggiose come quella di Jean
Tannous, o quelle del Procuratore Ghada Aoun, che di recente ha vietato a Salame di lasciare il
territorio libanese. Tuttavia, sembra ovvio che fino a quando non saranno possibili progressi seri
contro la corruzione questa impunità sistemica persisterà e che non si potrà garantire la totale
indipendenza della magistratura libanese.
Per questi motivi, chiediamo alle Autorità europee e ai singoli Stati componenti di:

  1. sanzionare coloro che ostacolano le indagini giudiziarie in corso in Libano, compresa
    quella relativa alla tragedia del 4 agosto 2020 del porto di Beirut
  2. chiedere la cessazione di ogni forma di interferenza politica nell’operato dei giudici
    libanesi.

Per l’OEIL
Anna Maria NANGANO
Presidente
info@lebanon-integrity