Hollande a Hariri: la chiave della soluzione alla crisi presidenziale sta in Rabieh

Anche il presidente francese François Hollande è convinto che la chiave della soluzione alla crisi vacante presidenziale in Libano, stia nelle mani del generale Michel Aoun. Di conseguenza, Hollande ha consigliato a Saad Hariri di comunicare con il capo del Movimento “Cambiamento e riforma”, anche se c’è un veto saudita.
Il ministro dell’Interno Nohad El-Mashnuk non ha mentito quando «ha ammesso» giorni fa che l’Arabia Saudita ha costretto il Movimento del Futuro di assumere posizioni «impopolari» per quanto riguarda i file locali e regionali, come visitare la Siria.

Questa «imposizione» ha portato il Movimento del futuro «a quello che siamo oggi», in particolare perché è stata Riyadh a opporsi all’elezione del deputato Michel Aoun come presidente dopo che il deputato Saad Hariri l’aveva candidato. Le ambasciate dell’Arabia Saudita e della Gran Bretagna hanno negato il loro interferimento negli affari interni libanesi, in particolare la presidenza. Non ha impedito delle fonti del blocco 14 marzo a divulgare al quotidiano «El-Akhbar» delle informazioni che confermano che l’Arabia Saudita fino oggi è la prima dirompente, politicamente, per l’elezione del Presidente della Repubblica, impedendo al primo ministro Saad Hariri il riavvicinamento con Aoun. Le fonti hanno rivelato a «El-Akhbar» che durante la sua recente visita in Francia lo scorso maggio, Hariri ha sentito dal presidente francese delle parole indicative nel senso che «l’unica soluzione alla tua politica interna sta nell’entrare dal cancello di Aoun», consigliandolo di visitare Rabieh, perché questa è l’unica via d’uscita della vacanza presidenziale. E le parole di Hollande non erano «un’idea qualsiasi», ma a seguito di contatti effettuati dalla diplomazia francese con i libanesi, potenze regionali e internazionali, e dopo che il presidente francese è stato deluso della sua scommessa su un accordo per far arrivare il deputato Suleiman Franjieh al Palazzo di Baabda.

Nell’altro orecchio di Hariri, gli attori locali sussurrò che «il riferimento a qualsiasi soluzione si trova in Haret Hreik (la sede del segretario generale di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah), né in Iran né in Siria né altrove». E che il ritorno del comandante del partito «Libano Prima» al capo del governo è l’unico modo per riprendere sua realtà popolare, economica, finanziaria e politica bloccata, e che senza questo ritorno fare un accordo con Hezbollah che mantiene suo sostegno ad Aoun per la presidenza, in base ai fonti del Blocco 14 marzo. Hariri non ha segnato le sue osservazioni sulle parole di Hollande, né sul consiglio di suoi amici locali, ma ha confermato ai suoi interroganti fuori del Palazzo Eliseo, che non poteva fare il passo proposto da Hollande, a causa del rifiuto saudita.